Condanniamo gli atti autoritari e repressivi del governo greco, che nella giornata di ieri ha sostenuto l’attacco della polizia alla grande manifestazione di massa che come ogni anno il 17 novembre celebra la rivolta del Politecnico del 1973 che aprì la strada alla fine della dittatura militare in Grecia. Il Partito Comunista di Grecia (KKE), i sindacati di classe, le organizzazioni di massa sono scesi ieri in piazza nel più completo e rigoroso rispetto delle misure di sicurezza e del distanziamento in questa situazione di pandemia. Una manifestazione che ha rigettato le intimidazioni di quanti, in Grecia come in Italia, intendono utilizzare le giuste misure anti-contagio per intensificare la repressione contro i lavoratori e attaccare le libertà politiche e democratiche, mentre allo stesso tempo si attaccano i diritti dei lavoratori, scaricando sugli strati popolari il costo di questa crisi e del salvataggio dei padroni e dei loro profitti.
Il governo greco, al pari degli altri governi europei, cerca deliberatamente di nascondere le responsabilità politiche di decenni di distruzione organizzata della sanità pubblica e tenta di celare l’impossibilità strutturale di questo sistema a provvedere ai bisogni fondamentali delle persone. L’attacco di ieri, le decine di arresti e il ferimento di diversi compagni sono un atto gravissimo di intimidazione. Una provocazione che i comunisti greci e le organizzazioni di massa hanno già rifiutato con forza, scendendo in piazza in migliaia nel totale e organizzato rispetto di tutte le misure di sicurezza.
Il governo non potrà fermare la lotta dei lavoratori e del popolo greco, uniamo la nostra voce a quella del Partito Comunista di Grecia. Tutti gli arrestati devono essere rilasciati immediatamente e questo atto repressivo deve essere condannato.
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Fronte della Gioventù Comunista (FGC)