La crisi capitalistica, aggravata dalla pandemia di Covid-19, ha fatto emergere con forza aspetti cruciali della società nella quale viviamo. La continuità dell’attività dei settori economici legati alla produzione, alla distribuzione e al trasporto delle merci, i quali non hanno sperimentato alcuna chiusura neppure durante il lockdown, dimostra il ruolo insostituibile della classe operaia per la sopravvivenza dell’intera società. Le scelte compiute in materia di chiusure dai capitalisti e dai governi che li rappresentano hanno messo in chiara luce l’inconciliabilità fra massimizzazione del profitto dei padroni e salute delle classi popolari. In questo contesto, le disuguaglianze sono aumentate a ritmo esponenziale, in sintonia con la tendenza generale della distribuzione della ricchezza in condizioni capitalistiche: i ricchi sono divenuti sempre più ricchi mentre il proletariato e i ceti popolari hanno visto peggiorare ulteriormente la propria condizione. I processi di ristrutturazione del capitale stanno producendo e produrranno un’ulteriore concentrazione della ricchezza e la formazione di nuovi monopoli, consentendo ai padroni di continuare a massimizzare i propri profitti anche attraverso un sempre più massiccio attacco ai salari, ai diritti dei lavoratori e alle condizioni di vita delle classi popolari in generale.
La crisi pandemica ha reso evidenti, se ancora ce ne fosse bisogno, tutte le contraddizioni del sistema capitalistico, rendendo palese la sua natura inconciliabile con gli interessi del proletariato e dei lavoratori. Riteniamo pertanto insostituibile la lotta per l’abbattimento del capitalismo e del potere borghese attraverso un processo rivoluzionario che, affermando il ruolo centrale ed egemone della classe operaia, abbia per suo fine l’edificazione del socialismo-comunismo come unica alternativa al capitalismo e allo sfruttamento, come unica via per il superamento delle crisi, delle guerre e delle loro conseguenze sulla società.
La chiarezza programmatica è per noi essenziale e per questo abbiamo costituito il Fronte Comunista nel mese di novembre dello scorso anno, dopo una lunga fase di discussione e approfondimento che ha coinvolto tutti i livelli dell’organizzazione. Ribadendo che la ricostruzione comunista in Italia deve passare per una rottura definitiva con il riformismo, con l’opportunismo e con le derive elettoraliste intese come adozione del parlamentarismo come principale orizzonte di lotta. Siamo convinti che l’azione dei comunisti debba essere votata allo spirito internazionalista e basarsi sulla lettura leninista dell’imperialismo e sul netto rifiuto di posizioni che pongano i comunisti alla coda di interessi di classe borghesi.
Siamo altresì consapevoli che la ricostruzione della soggettività politica comunista in Italia non passa esclusivamente dall’individuazione dei corretti nodi teorici, ma debba misurarsi su un terreno che presenta una fortissima disgregazione delle forze di classe. Questa disgregazione riguarda innanzitutto la classe operaia stessa che noi individuiamo come motore del cambiamento sociale. Compito di chi si pone l’obiettivo di essere avanguardia è dunque mettersi al lavoro per avviare un processo di ricomposizione di classe.
Gli obiettivi strategici di questa fase non possono, dunque, che avanzare su un doppio binario, non parallelo e altamente dialettico, che lega la ricostruzione di una soggettività politica comunista all’altezza dei tempi con la riaffermazione di un movimento reale dei lavoratori. Siamo convinti che gli importantissimi nodi teorici da noi individuati possano sciogliersi unicamente in una costruzione a caldo, nel fuoco della lotta, a cui i nostri compagni sentono di appartenere. La costituzione del Fronte Comunista vuole essere in questo senso un elemento essenziale nella costruzione di un partito comunista che sia effettivamente avanguardia dei processi di lotta concreti della classe operaia. Lavorare in questa direzione esige innanzitutto un’analisi scientifica della composizione di classe della società, dello stato e delle dinamiche del movimento operaio in Italia, per individuare e superare le cause della sua attuale debolezza e frammentazione politica e sindacale. Sul piano sindacale, hanno influito e influiscono negativamente le scelte, arrendevoli, rinunciatarie e addirittura cogestionali, delle dirigenze dei sindacati confederali, alle quali gli elementi più avanzati del sindacalismo di base solo in parte sono riusciti a contrapporre una prospettiva di lotta generalizzata, stanti la loro stessa frammentazione e il loro radicamento non uniforme in tutti i settori. Sul piano politico, pesa negativamente l’incapacità di quei soggetti politici di area comunista che, nell’arco del trentennio successivo allo scioglimento di un PCI già deviato su una prospettiva socialdemocratica, revisionista e riformista, si sono limitati a riprodurne derive e storture in partiti via via sempre più minoritari e distanti dalla classe operaia, senza volere o riuscire a rompere con l’opportunismo.
Siamo, pertanto, convinti che la costruzione del partito rivoluzionario della classe operaia, che nella fase attuale si ponga l’obiettivo immediato e imprescindibile della ricomposizione del proletariato e della ricostruzione della sua coscienza di classe, debba avvenire nel mezzo di processi reali di lotta di classe. Solo su questa base si potrà ripristinare la funzione storica dei comunisti come avanguardia della classe operaia che, organizzandone gli elementi più avanzati, sia in grado di guidarla alla conquista del potere politico.
Il Fronte Comunista non vuole essere un ulteriore elemento di divisione e frammentazione della classe e dell’area politica comunista. Al contrario, ha l’obiettivo di esercitare un ruolo nel raggruppamento e nell’unificazione delle forze rivoluzionarie in un partito comunista che sia forte, coerentemente marxista-leninista, omogeneo ideologicamente e politicamente, chiaro e conseguente nella tattica e nella strategia, adeguato alla fase storica in cui viviamo e alle lotte che attendono i lavoratori contro gli attacchi indiscriminati del fronte padronale; un partito che sia fondato su un organico radicamento nella classe operaia e tra tutti gli sfruttati ed eserciti un’effettiva capacità di direzione politica del proletariato e dei suoi alleati verso il socialismo-comunismo.