Alla Presidenza e ai delegati del XXI Congresso del Partito Comunista di Grecia (KKE)
Cari compagni, il Comitato Centrale e l’Ufficio Politico del CC del Fronte Comunista (Italia) inviano il caloroso e fraterno saluto dei nostri militanti alla Presidenza e ai delegati del XXI Congresso del Partito Comunista di Grecia (KKE).
L’acutizzazione delle contraddizioni fondamentali del capitalismo, che costituiscono la vera causa scatenante dell’attuale crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione e l’inasprimento della concorrenza interimperialista pongono di fronte ai comunisti nuove e difficili sfide. Al tempo stesso, tuttavia, la difficile situazione di crisi, aggravata dalla pandemia di COVID-19, apre anche prospettive di un nuovo impulso alla lotta di classe e di un maggiore coinvolgimento della classe operaia e dei ceti popolari in un percorso di trasformazione rivoluzionaria della società in una direzione nettamente antimonopolista, anticapitalista e socialista. Agli occhi delle masse popolari la gestione fallimentare dell’emergenza pandemica contribuisce a rendere sempre più evidente che il capitalismo, lo Stato e i governi borghesi non vogliono e non possono soddisfare neppure i bisogni più elementari dei lavoratori e dei popoli, a cominciare dal loro diritto alla vita e alla salute. Il sistematico smantellamento del sistema sanitario pubblico, la mercificazione della salute, sacrificata sull’altare del profitto capitalistico anche in occasione della campagna vaccinale, rendono i lavoratori e i popoli ostaggio dei monopoli farmaceutici e della sanità privata.
Il capitale monopolistico sta utilizzando la pandemia come pretesto per attuare una profonda ristrutturazione che permetta di risollevare il tasso di profitto, di trovare nuovi, redditizi impieghi per il capitale sovraccumulato e riavviare il meccanismo inceppato della riproduzione del capitale in generale. La pandemia viene usata per cercare di nascondere le vere ragioni della crisi, imputandole al virus come evento naturale imprevedibile anziché alle contraddizioni intrinseche del capitalismo. In questo modo la borghesia cerca di far passare la menzogna che la ristrutturazione capitalistica sia una conseguenza altrettanto naturale e oggettivamente ineluttabile dell’emergenza pandemica, quando invece si tratta di una mirata politica di classe attentamente pianificata. Se non sarà fermata da una forte e decisa resistenza operaia e popolare, questa politica si tradurrà in licenziamenti di massa, maggiore flessibilizzazione del lavoro, aumento dell’orario e del tempo di lavoro, innalzamento dell’età pensionistica, diminuzione dei salari e ulteriori tagli ai servizi: in altre parole, porterà ad un aumento dello sfruttamento. Su questo terreno e in questa prospettiva la borghesia capitalistica ritrova unità e compattezza di fronte al proprio antagonista di classe, il proletariato, nonostante l’aspra concorrenza tra settori del capitale per la spartizione delle ingenti risorse predisposte dagli Stati borghesi non per contrastare la pandemia (lo dimostrano le scarse somme destinate dall’UE alla sanità nel quadro del Recovery Fund), ma per sostenere il tasso di profitto e la ripresa del ciclo di accumulazione. Per reprimere qualsiasi resistenza ai piani di ristrutturazione, il capitale mostra il vero volto della sua dittatura, reprimendo con tutta la forza dello stato borghese i focolai di lotta di classe attraverso la persecuzione poliziesca e giudiziaria degli elementi più avanzati del movimento operaio. Questa linea dura di ristrutturazione capitalistica viene portata avanti in modo coordinato a livello di Unione Europea, che alla persecuzione e criminalizzazione della lotta di classe sul piano pratico aggiunge l’ignobile falsificazione della storia con l’equiparazione del fascismo al comunismo sul piano ideologico. Le direttive, i regolamenti e le raccomandazioni dei suoi organi portano a sintesi gli interessi comuni della borghesia capitalista europea come classe nel suo complesso, nonostante l’esistente concorrenza tra monopoli nazionali e tra singoli Stati.
Socialdemocratici e opportunisti applaudono all’ammorbidimento delle politiche di austerity e rigore di bilancio messo in atto per cercare di uscire dalla crisi e lo considerano un mutamento sostanziale di indirizzo, predicando le teorie keynesiane come elemento di “umanizzazione” del capitalismo. Questa è una posizione fuorviante e sbagliata nelle premesse e nelle conclusioni. In primo luogo, le deroghe alle politiche rigoriste portate avanti finora hanno carattere straordinario e limitato nel tempo. In secondo luogo, le risorse predisposte dal Recovery Fund, siano esse a titolo oneroso o a fondo perduto, hanno un costo che la borghesia intende far pagare al proletariato. In terzo luogo, la concessione di prestiti e sostegni ai singoli Stati è subordinata all’attuazione di “riforme”, in primo luogo riguardanti il mercato del lavoro, la “moderazione” salariale, la limitazione del diritto di sciopero e di libera rappresentanza sindacale, il sistema previdenziale, ecc., che rispecchiano i criteri di ristrutturazione voluti dai monopoli capitalistici, su una linea di continuità con l’indirizzo generale antioperaio e antipopolare da sempre perseguito dall’UE. Infine, l’adozione di misure di politica economica diverse, di questa o quella teoria gestionale del capitalismo, non cambia la natura sostanziale dell’UE come strumento di sfruttamento e oppressione di classe. Il proletariato non deve comunque aspettarsi nulla di positivo per sé da un’alleanza interstatale imperialista, indipendentemente dalla teoria economica con cui gestisce gli interessi monopolistici, sia essa “neoliberista” o “neokeynesiana”. Pertanto, crediamo che, respingendo con forza qualsiasi posizione illusoria sulla riformabilità dell’UE e dei suoi organi, i comunisti debbano intensificare la loro opera chiarificatrice sulla reale natura dell’UE e la loro lotta per un disimpegno dei rispettivi paesi da questa unione imperialista.
Riteniamo altrettanto sbagliata e, quindi, da respingere, la posizione degli opportunisti di destra che, abbandonando l’analisi leninista dell’imperialismo e facendo proprie le tesi della destra nazionalista e sovranista, considerano l’UE come una “potenza coloniale” esterna da cui emanciparsi attraverso una specie di lotta di “liberazione nazionale”. È una posizione interclassista che finisce per sostenere la borghesia e il capitale nazionali, o settori di essi, nella loro competizione con quelli degli altri paesi e che, pertanto, va respinta in quanto porta il proletariato a dividersi sul piano internazionale e a schierarsi sotto bandiere altrui per interessi altrui.
Contro ogni opportunismo, di destra e di sinistra, contro ogni revisionismo e riformismo, il Fronte Comunista (Italia) è impegnato nella costruzione di un partito comunista autenticamente rivoluzionario e internazionalista. Combattiamo ogni forma di deviazione dal marxismo-leninismo non solo sul piano teorico, ma anche sradicando comportamenti e pratiche opportuniste, derivate dalla lunga convivenza con il parlamentarismo e la “legalità” borghesi, purtroppo largamente presenti in tutti i partiti facenti riferimento al comunismo finora costituiti in Italia.
Lavoriamo in condizioni difficili, di arretratezza politico-ideologica e di frammentazione politico-sindacale del proletariato italiano, del quale cerchiamo di ricostruire la coscienza di classe diffondendo al suo interno la teoria del socialismo scientifico e combattendo le tendenze non-marxiste nuovamente presenti nel movimento operaio.
Il Fronte Comunista (Italia) si batte, dunque, per la ricomposizione del movimento operaio e per la ricostruzione della sua coscienza di classe sulla base del socialismo scientifico, per l’unificazione dal basso delle lotte dei lavoratori in modo da superare l’attuale frammentazione e creare un vasto e compatto fronte di lotta che sappia rispondere all’attacco del capitale e passare alla controffensiva. Siamo consapevoli del rapporto dialettico che deve esistere tra il partito e la classe: il partito è il presupposto e il veicolo della costruzione della coscienza di classe; al tempo stesso, lo stretto legame con le masse è condizione necessaria per la crescita del partito, per la salvaguardia della sua natura di classe e per l’esercizio del suo ruolo di avanguardia rivoluzionaria organizzata. Per questa duplice ragione cerchiamo di essere fisicamente presenti, ovunque possiamo, negli scioperi, nei picchetti e in tutti i luoghi e momenti in cui concretamente si manifesta il conflitto di classe, sforzandoci di alzare la posta dello scontro da un livello economico ad uno più propriamente politico, cercando di collegare le rivendicazioni immediate del movimento con gli obbiettivi politici dell’uscita dell’Italia dall’UE e dalla NATO, dell’abbattimento del capitalismo e della dittatura borghese, della conquista del potere operaio e della costruzione del socialismo-comunismo.
Cari compagni, abbiamo letto con grande attenzione le Tesi per il XXI Congresso del KKE e le abbiamo volentieri tradotte in italiano per l’importanza che esse rivestono per la corretta formazione politico-ideologica anche dei nostri militanti. Le riteniamo un significativo contributo allo sviluppo teorico e pratico del movimento comunista in generale e ne condividiamo largamente l’attenta analisi del mondo contemporaneo, della crisi capitalistica che lo attraversa e degli attuali sviluppi dell’imperialismo. Condividiamo anche le indicazioni tattiche e strategiche che da tale analisi scaturiscono e con le quali riscontriamo forti affinità di approccio, di pensiero e di azione, nell’affrontare problemi comuni, molto simili, nonostante le pur esistenti differenze tra la Grecia e l’Italia, in quanto determinati dalle leggi generali dello sviluppo capitalistico: abbiamo gli stessi fini e combattiamo contro lo stesso nemico. Apprezziamo, inoltre, l’impegno instancabile del KKE nella lotta all’opportunismo, al revisionismo e al riformismo all’interno del Movimento Comunista Internazionale, per l’affermazione di posizioni coerentemente marxiste-leniniste, internazionaliste e rivoluzionarie.
Siamo certi, cari compagni, che anche questo vostro XXI Congresso segnerà un ulteriore arricchimento dell’elaborazione teorica marxista-leninista non solo per il vostro Partito, ma per i comunisti di tutto il mondo, contribuendo in modo creativo e al passo con i tempi alla diffusione e all’affermazione delle idee comuniste e della rivoluzione socialista. Con la volontà di rendere sempre più stretti e coordinati i legami tra i nostri due Partiti, vi auguriamo un proficuo lavoro congressuale e nuovi, più grandi, successi nella nostra lotta comune contro l’imperialismo e le sue guerre, per il Socialismo-Comunismo.
PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!
Roma, 20 maggio 2021.
FRONTE COMUNISTA (ITALIA)
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale