Cari compagni,
l’Ufficio Politico del CC del Fronte Comunista (Italia) trasmette il caloroso e fraterno saluto del Comitato Centrale e di tutto il nostro Partito ai dirigenti e ai militanti del Partito Comunista del Belgio (PCB-CPB) in occasione del 100° anniversario della fondazione del Partito Comunista Unito, Sezione belga dell’Internazionale Comunista, il nucleo storico da cui origina il vostro Partito.
Sono stati 100 anni densi di eventi, gloriosi e drammatici, dei quali il PCB è stato protagonista attivo, coerente con il suo ruolo di avanguardia del proletariato belga, dalle lotte operaie dei primi anni ’30, all’impegno internazionalista a sostegno della Repubblica nella Guerra Civile Spagnola con l’invio di combattenti e aiuti materiali al popolo spagnolo, all’organizzazione della resistenza contro l’occupazione nazifascista, fino alle grandi lotte dal dopoguerra ad oggi. Nonostante la deviazione eurocomunista degli anni ’70 abbia per un certo periodo portato il PCB, come molti altri partiti comunisti, su posizioni riformiste, regionaliste e revisioniste, arrecando un danno enorme al Partito e al suo prestigio tra i lavoratori, con il vostro XXXVI° Congresso avete saputo sconfiggerla e ristabilire il carattere rivoluzionario e marxista-leninista del PCB.
È esemplare l’impegno internazionalista che il PCB ha dimostrato in più occasioni nel corso della sua centenaria storia. Oltre alla militanza dei comunisti belgi nelle Brigate Internazionali in Spagna, tra i tanti esempi, vogliamo qui ricordare l’aiuto ai numerosi comunisti e antifascisti italiani che negli anni ’30 trovarono asilo in Belgio, il lavoro politico tra e per i proletari italiani emigrati nel vostro paese e il sostegno alle lotte di liberazione. In particolare, riteniamo la vostra lotta per l’emancipazione del popolo del Congo dal giogo coloniale belga espressione del più autentico internazionalismo proletario nel senso leninista del termine, in quanto lotta diretta contro gli interessi imperialisti della vostra stessa borghesia nazionale, senza alcuna deriva social-sciovinista. La solidarietà e l’attenzione la che oggi mostrate per gli sviluppi della lotta di classe in Italia, che apprezziamo molto e delle quali vi siamo grati, sono ulteriore conferma dello spirito internazionalista del PCB.
La definitiva maturazione delle insanabili contraddizioni, oggettive e intrinseche al modo di produzione capitalistico, si manifesta con crisi cicliche sempre più frequenti, più lunghe e più distruttive, con un’intensificazione della competizione interimperialistica per il controllo dei mercati, delle rotte commerciali e delle risorse del pianeta, naturali ed energetiche, che sappiamo essere limitate e non riproducibili. Questa lotta tra potenze imperialiste per una nuova spartizione del mondo si manifesta in un crescente numero di avventure militari mascherate da “missioni di pace” o “missioni umanitarie” che esportano la “democrazia” del capitale a colpi di bombe e stragi di civili e generano esodi migratori di milioni di persone in fuga dalla guerra imperialista. Ne deriva un accresciuto rischio che l’umanità sia trascinata in una guerra generalizzata con conseguenze devastanti, mentre lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali pone in serio pericolo la sopravvivenza stessa dell’umanità e del pianeta.
Ovunque assistiamo ad un peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro del proletariato e dei ceti popolari: aumento dello sfruttamento, salari e pensioni da fame, privatizzazioni e tagli ai servizi pubblici essenziali, precarietà, licenziamenti di massa, disoccupazione, negazione dei più elementari diritti umani, come il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione, all’abitazione, alla cultura, ad una vecchiaia dignitosa, sacrificati sull’altare della competitività e del profitto capitalistico. Ai focolai di resistenza sociale, la borghesia risponde con l’autoritarismo, la repressione poliziesca e la persecuzione giudiziaria e amministrativa delle avanguardie di classe, con la limitazione per legge del diritto di sciopero e di libera associazione sindacale, in un clima di odio e persecuzione anticomunista, sistematicamente alimentati in particolare dall’Unione Europea.
Il movimento operaio e i comunisti si trovano ad affrontare queste nuove sfide da una posizione di estrema debolezza. Soprattutto dopo la scomparsa del sistema socialista mondiale e la restaurazione del capitalismo nei paesi che ne facevano parte, rileviamo una forte perdita di capacità d’attrazione della prospettiva comunista tra i ceti popolari e nei settori più arretrati della stessa classe operaia, all’interno dei quali si sono diffuse concezioni e posizioni anti-marxiste, conservatrici e talvolta addirittura reazionarie, comunque subalterne alle ideologie borghesi dominanti. Insieme ad altre concause, più strettamente legate alla ristrutturazione capitalistica del sistema produttivo, ciò ha determinato un offuscamento, se non una vera e propria perdita della coscienza di classe, perlomeno là, dove l’azione rivoluzionaria dei partiti comunisti e la funzione del sindacato di classe sono venute a mancare, come in Italia, sostituite da una prassi parlamentarista e opportunista sul piano politico, dal disarmo teorico e dall’eclettismo sul piano ideologico, dalla collaborazione di classe e dal perseguimento della pace sociale sul piano sindacale.
Per rafforzare il Partito e ristabilire la sua capacità egemonica dobbiamo quindi agire contemporaneamente su diversi livelli. Il ristabilimento di un legame organico con la classe operaia che ne favorisca l’unità anche sul piano sindacale e ne ricostituisca la coscienza non può che passare attraverso la presenza fisica dei comunisti in tutte le manifestazioni concrete della lotta di classe, per trasformare la spontaneità in organizzazione, la lotta rivendicativa immediata in lotta politica rivoluzionaria, affinché il proletariato si convinca empiricamente, come insegnavano Lenin e Gramsci, che il partito comunista è strumento di difesa dei suoi diritti e, soprattutto, di realizzazione del suo destino storico di classe che, liberando sé stessa, libera tutta la società dallo sfruttamento capitalistico. In questo senso, sono fondamentali la propaganda del socialismo scientifico all’interno della classe operaia e la lotta ideologica contro l’opportunismo, il riformismo, il revisionismo, ma anche contro l’estremismo, il trotzkismo e le altre deviazioni dalla teoria rivoluzionaria marxista-leninista, senza la quale non vi può essere prassi rivoluzionaria, per restituire credibilità e attrattiva alla prospettiva comunista.
Occorre anche agire per sollevare le lotte proletarie dagli ambiti puramente locali e dare loro un respiro e un coordinamento internazionali, in stretto collegamento con la FSM e il Movimento Comunista Internazionale. All’internazionalizzazione del capitale deve corrispondere l’internazionalizzazione della lotta di classe.
Per quanto riguarda il Movimento Comunista Internazionale, non possiamo non constatare il suo stato di debolezza, sia teorica che organizzativa. Al suo interno sono oggi largamente presenti posizioni opportuniste di sostegno e partecipazione a governi borghesi “di sinistra” o di travisamento delle relazioni interimperialiste, frutto di deviazioni che non tengono in considerazione l’analisi leninista dell’imperialismo e dello stato, nonché la concezione leninista del partito. Operare per il rafforzamento del MCI significa, secondo il nostro Partito, combattere queste tendenze deleterie, favorendo l’aggregazione dei partiti più coerenti in un polo rivoluzionario in grado di ristabilire l’unità ideologica, politica e organizzativa del movimento su una base autenticamente marxista-leninista.
Non abbiamo dubbi, cari compagni, che il PCB-CPB e il Fronte Comunista (Italia) si troveranno insieme sulle stesse barricate per rovesciare la barbarie capitalistica. Con il sincero auspicio di rafforzare i legami, lo scambio di analisi ed esperienze e la collaborazione tra i nostri due Partiti, vi auguriamo nuovi successi nella nostra lotta comune per il Socialismo-Comunismo.
PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!
Roma, 28 maggio 2021.
FRONTE COMUNISTA
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale