Al Comitato Centrale del PARTITO DELLA DEMOCRAZIA POPOLARE
Cari compagni,
in occasione del 5° anniversario della fondazione del Partito della Democrazia Popolare vi trasmettiamo il caloroso e fraterno saluto del Comitato Centrale e di tutti i militanti del Fronte Comunista.
Oggi ci troviamo a vivere un momento complesso e difficile, in cui tutte le contraddizioni fondamentali del modo di produzione capitalistico – tra il carattere sociale della produzione e l’appropriazione privata del prodotto, tra capitale e lavoro salariato – si manifestano in modo chiaro e lacerante. La frequenza e l’intensità delle crisi cicliche confermano che il capitalismo è in una situazione di crisi generale, non legata alla specifica congiuntura, ma alla stessa sostanza dei rapporti di produzione. Mentre la minoranza di sfruttatori si arricchisce sempre di più, la maggioranza di sfruttati si impoverisce ulteriormente. Come l’emergenza pandemica ha dimostrato plasticamente, il capitalismo e lo stato borghese non possono e non vogliono soddisfare i bisogni delle masse lavoratrici, né garantire i loro più elementari diritti, primo fra tutti il diritto alla salute e alla vita. Possiamo quindi dire a ragione che il capitalismo, da tempo entrato nella sua fase imperialista, ha esaurito il suo ruolo storico e non solo frena lo sviluppo delle forze produttive, ma è divenuto un fattore della loro distruzione, assumendo un ruolo potentemente regressivo.
Con la controrivoluzione in URSS e la scomparsa del sistema socialista mondiale, l’imperialismo è divenuto la formazione economico-sociale dominante. Le sue insanabili contraddizioni, che ne determinano la crisi generale, spingono verso un ulteriore inasprimento della concorrenza interimperialista per il controllo delle limitate risorse naturali del pianeta, dei mercati di approvvigionamento e di sbocco, delle rotte di trasporto delle merci. L’asprezza di questa competizione, che si verifica anche all’interno delle stesse alleanze imperialiste, provoca un aumento della tensione internazionale e dei conflitti armati, un incremento della corsa agli armamenti e, in definitiva, una crescita del rischio che la tensione degeneri in una guerra imperialista di vaste proporzioni. Inoltre, lo sfruttamento dissennato di risorse naturali non riproducibili, l’utilizzo di tecnologie ecologicamente invasive e le diseguaglianze tra paesi nello sviluppo economico e nei consumi ipotecano seriamente il futuro dell’umanità e del pianeta.
Di fronte a tutto ciò, non possiamo non percepire l’attualità dell’avvertimento marxiano “O socialismo, o barbarie“, poiché il capitalismo in decadenza rischia di provocare, come scriveva Marx, “la rovina comune delle classi in lotta“. Il rovesciamento del capitalismo e la costruzione di una società socialista non sono, quindi, un’opzione politica, ma un’esigenza oggettiva per assicurare un futuro all’umanità. Questo ci fa affermare con piena convinzione che, nonostante il temporaneo successo della controrivoluzione e la restaurazione del capitalismo in URSS e nei paesi ex-socialisti europei, quella che stiamo vivendo è l’era della rivoluzione proletaria e socialista. Tuttavia, la transizione al socialismo non avviene meccanicamente, per il semplice manifestarsi di condizioni oggettive di crisi e decadenza del capitalismo. Insieme a queste ultime, devono sussistere le condizioni soggettive per la rivoluzione, cioè l’esistenza di un forte partito rivoluzionario che sia avanguardia effettiva della classe operaia e sia percepito come tale dalla maggioranza dei lavoratori. Solo un partito di tipo leninista, strettamente legato alla classe operaia perché attivamente presente al suo interno e in ogni momento della lotta di classe, è in grado di guidare il proletariato nella rivoluzione e nella costruzione del socialismo-comunismo. A questo proposito, cari compagni, conosciamo bene e apprezziamo molto l’instancabile impegno del PDP in questa direzione, per l’organizzazione della lotta di classe contro i monopoli, per sviluppare un processo rivoluzionario in Corea del Sud che abbia al suo centro il proletariato.
Il vostro Paese è situato in una delle regioni più “calde” del mondo, nella quale si manifestano con forza le tensioni e i rischi di guerra, generati dall’imperialismo e dalla competizione al suo interno. I motivi di conflitto sono molteplici: dalle controversie tra Cina, Vietnam e Filippine sulle acque territoriali e sulla piattaforma continentale a quelle tra Cina, Taiwan e Giappone in merito alla sovranità sulle isole Diaoyu, dalle pretese giapponesi sulle isole Curili alla questione coreana, fino alla più generale competizione egemonica tra Cina e Stati Uniti, non solo a proposito di Taiwan, in un’escalation aggravata dal riarmo del Giappone e dalla recente creazione di un’ulteriore alleanza imperialista regionale tra USA, Gran Bretagna e Australia in funzione anti-cinese, l’AUKUS, che va ad aggiungersi al già esistente accordo “Five Eyes” (Cinque Occhi) tra i rispettivi organi d’intelligence e spionaggio, comprendente anche Nuova Zelanda e Canada. Ciò dimostra il tentativo in atto da parte degli USA di coinvolgere sempre più paesi nel confronto con la Cina. In questo contesto, la questione coreana è centrale e rappresenta un preoccupante focolaio di conflitto. La divisione in due del Paese come risultato dell’aggressione imperialista degli USA e dei suoi alleati nel 1950-1953, “legittimata” dalla foglia di fico del mandato ONU, costituisce un grave problema anche sul piano umanitario ed è fonte di sofferenze per tutto il popolo coreano, limitandone gravemente le possibilità di sviluppo. Oltre ad una costante minaccia militare da parte dell’imperialismo, il Nord del Paese subisce pesantissime e criminali sanzioni economiche da quasi 70 anni, inasprite ulteriormente dalle ultime amministrazioni USA e dall’Unione Europea, tese a strangolare economicamente la RDPC per rovesciarne l’ordinamento politico, economico e sociale. Il Fronte Comunista condanna le odiose sanzioni economiche, imposte dagli USA e dall’UE e esprime ancora una volta la sua solidarietà alla RPDC e alla lotta del popolo coreano tutto contro i piani imperialisti, per la la riunificazione della Corea e la sua piena indipendenza.
La responsabilità per la trasformazione del Sud in un protettorato statunitense de facto e in un deposito di armi americane rivolte contro la Cina e la Repubblica Democratica Popolare di Corea non è solo dell’imperialismo straniero, ma ricade anche sulla borghesia nazionale sudcoreana che, demandando la tutela dei suoi interessi di classe e dei suoi profitti alla forza militare dell’imperialismo USA, si è resa sua complice nella divisione del Paese e nei crimini perpetrati dagli imperialisti contro il suo popolo. La lotta per la riunificazione nazionale, per il ritiro delle forze armate d’occupazione e lo smantellamento delle basi e degli arsenali americani è, dunque, inscindibilmente connessa alla lotta di classe per l’abbattimento del capitalismo e del potere borghese in Corea del Sud con un processo rivoluzionario che veda alleate della classe operaia tutte le forze sane e antimonopoliste della nazione coreana. Siamo certi, cari compagni, che il PDP, nonostante le difficili condizioni in cui opera a causa delle leggi repressive e liberticide in vigore in Corea del Sud, sarà alla testa di questa lotta e sempre in prima linea a combattere energicamente per la difesa dei diritti dei lavoratori, l’affermazione del potere operaio, l’indipendenza e la riunificazione.
Con il sincero desiderio di rafforzare le relazioni fraterne tra i nostri due partiti nello spirito dell’internazionalismo proletario, vi esprimiamo la solidarietà militante di tutto il nostro partito e auguriamo al PDP nuovi successi e nuove vittorie nella lotta per una Corea unita, indipendente, prospera e socialista.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Roma, 13 dicembre 2021
FRONTE COMUNISTA
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale