Da diversi giorni sono in corso scioperi dei lavoratori su larga scala e manifestazioni popolari di massa in Kazakistan contro il carovita, l’aumento del prezzo del gas, la disoccupazione, i bassi salari e la povertà insieme ad altri grandi problemi sociali che derivano dalla restaurazione del sistema capitalistico dopo la controrivoluzione in URSS di 30 anni fa.
Il Fronte Comunista (Italia) esprime la propria solidarietà internazionalista con le migliaia di lavoratori che, a partire dalla regione di Mangystau e le aree petrolifere del Kazakistan occidentale, stanno riempiendo le strade e le piazze dando vita ad una protesta che ha assunto ben presto le dimensioni di massa, diffondendosi in tutto il paese e sfidando la repressione statale del regime antipopolare di Nazarbayev-Tokayev. Dagli stessi luoghi in cui 10 anni fa è avvenuto il massacro antioperaio di Zhanaozen, è stata ancora una volta la classe operaia petrolifera ad accendere e a radicalizzare la protesta popolare per il miglioramento delle condizioni di vita in opposizione alla rapina della ricchezza energetica del paese da parte dei monopoli nazionali e internazionali, in prevalenza cinesi e russi ma anche europei (tra cui l’ENI), americani ecc..
Nonostante la ricchezza di risorse di idrocarburi del Kazakistan, questo non ha impedito i rincari del prezzo del gas naturale liquefatto che ha comportato un aumento del carburante e dei prezzi dei beni di prima necessità, aggravando ulteriormente le condizioni di vita dei lavoratori e delle masse impoverite. Questa è una manifestazione delle contraddizioni del capitalismo, dove ad appropriarsi delle fonti di ricchezza sono la borghesia kazaka e le multinazionali che si arricchiscono con lo sfruttamento dei lavoratori del Paese e il saccheggio dei beni ereditati dal periodo sovietico. Ancora una volta viene dimostrato il vero volto della “democrazia” e della “libertà” imposta ai popoli dell’ex URSS, contraddistinta dallo sfruttamento, dalla povertà e dall’oppressione della classe operaia, che si accompagna con l’anticomunismo e la repressione delle lotte popolari.
A parte qualche insignificante concessione, le proteste hanno avuto come risposta la repressione (almeno 200 arresti, 500 feriti e decine di morti) e l’intervento militare delle truppe dell’Organizzazione del Trattato per la Sicurezza Collettiva (CSTO), guidata dall’imperialismo russo. Inoltre, sono state utilizzate come pretesto per un regolamento di conti tra settori della classe dominante al governo.
Condanniamo fermamente la repressione e ogni tipo di ingerenza imperialista. Siamo al fianco dei comunisti del Kazakistan che – ne siamo certi – nel fuoco della rivolta sono impegnati ad ampliare questa giusta lotta operaia e popolare, ad indirizzarla contro il capitalismo, il governo borghese e qualsiasi imperialismo, per evitare che potenze straniere e settori della borghesia nazionale strumentalizzino la protesta a proprio vantaggio, come già accaduto in Ucraina e in Bielorussia.
Uniamo la nostra voce a quella dei compagni kazaki per:
- il ritiro delle truppe speciali dalle città;
- le dimissioni di tutti i funzionari di Nazarbayev, compreso il presidente Tokayev!
- la cessazione della repressione statale;
- la liberazione delle centinaia di manifestanti arrestati e di tutti i prigionieri politici;
- l’abolizione di tutte le leggi antisindacali e antioperaie, che criminalizzano gli scioperi e mettono fuori legge i sindacati indipendenti con orientamento di classe;
- la legalizzazione delle attività del Movimento Socialista del Kazakistan e del Partito Comunista del Kazakistan, attualmente fuori legge nel paese.
- la nazionalizzazione, sotto il controllo dei collettivi operai, di tutta la grande industria del paese, a partire da quella mineraria, come chiedevano i lavoratori assassinati a Zhanaozen!
Solo con la propria lotta indipendente e il protagonismo sulla base dei propri interessi, il proletariato kazako può ottenere la soddisfazione dei propri bisogni attuali, creando le condizioni per sbarazzarsi di questo e di qualsiasi altro regime borghese e del sistema di sfruttamento capitalistico.
Proletari di tutti i paesi, unitevi!
Ufficio Politico del CC del Fronte Comunista (Italia)