Alla Presidenza e ai delegati del V Congresso del Partito del Lavoro dell’Austria (PdA)
Cari compagni,
il Comitato Centrale e l’Ufficio Politico del CC del Fronte Comunista (Italia) inviano il caloroso e fraterno saluto dei nostri militanti alla Presidenza e ai delegati del V Congresso del Partito del Lavoro dell’Austria (PdA).
La parola d’ordine, all’insegna della quale si apre il vostro congresso – “Chiarezza e unità rafforzano il Partito” -, sintetizza appropriatamente lo spirito e le modalità con cui devono essere affrontate le nuove sfide che i recenti sviluppi pongono ai comunisti.
La pandemia di COVID-19, oltre a rivelare tutta l’inadeguatezza dei sistemi sanitari dei paesi capitalistici e dei governi borghesi ad affrontare l’emergenza sanitaria, è stata strumentalizzata dalla borghesia per giustificare sia una crisi dovuta alle insanabili contraddizioni del modo di produzione capitalistico, iniziata ben prima della diffusione del virus, sia le misure di ristrutturazione che il capitale intende far passare per farvi fronte. I governi borghesi hanno affrontato l’emergenza sanitaria principalmente in via burocratico-amministrativa con l’introduzione di lasciapassare di scarsa efficacia per combattere la diffusione del virus e con disposizioni e comunicazioni confuse e spesso contraddittorie. Inoltre, l’ambiguità della comunicazione governativa ha favorito la diffusione, anche tra i lavoratori, di posizioni oscurantiste e antiscientifiche e la contrapposizione, fortemente divisiva, di due fronti d’opinione in merito al vaccino. La polarizzazione della discussione a favore o contro il vaccino è servita a distrarre l’attenzione dai problemi reali irrisolti. Non è stata avviata una campagna di vaccinazione obbligatoria e di massa, facendo affidamento solo sugli strumenti di monitoraggio (il “green pass” e i test in alternativa al vaccino, a loro volta divenuti fonte di arricchimento per la sanità privata), anziché sullo strumento di prevenzione (il vaccino). Non sono stati espropriati i brevetti sui vaccini, cosa che avrebbe potuto evitare le strozzature nella fornitura delle dosi e assicurarne l’accessibilità anche ai paesi meno sviluppati. Non è stato potenziato il sistema sanitario pubblico, che già in situazioni normali presentava una grave carenza di posti letto e personale, con la conseguenza di rendere pressoché impossibile l’erogazione della prestazione di cura dei pazienti affetti da altre patologie. Non è stato potenziato il trasporto pubblico, dove l’affollamento crea occasioni di contagio. Non sono stati risolti gli annosi problemi dell’istruzione, dove la cronica carenza di personale docente e di spazi adeguati trasforma le “classi-pollaio” in pericolosi incubatori del virus. Non è stata assicurata la sicurezza nei luoghi di lavoro, dove spesso i padroni non denunciano i contagi per non fermare la produzione.
La ragione per cui tutto ciò non è stato fatto è che le risorse stanziate nel Fondo Next Generation EU, ripartite tra i vari paesi e allocate attraverso i Piani nazionali di Ripresa e Resilienza, vengono destinate quasi totalmente a finanziare la ristrutturazione capitalistica e le spese militari, per altro in stretta connessione tra loro. In Italia, ad esempio, solo l’8% dei 195 mld. di euro del Fondo sarà destinato alla sanità e all’istruzione (pubbliche e private). Oltretutto, queste somme dovranno essere restituite con gli interessi, in definitiva a carico della fiscalità generale. Ancora una volta saranno i lavoratori a pagare perché i profitti dei capitalisti continuino a crescere.
Le riconversioni produttive, previste e finanziate con denaro pubblico dai Piani nazionali di Ripresa e Resilienza, non sono altro che il passaggio del capitale sovraccumulato dai settori meno redditizi, non necessariamente obsoleti, a quelli che oggi garantiscono maggiori profitti. L’impatto negativo per i lavoratori è sia quantitativo, in termini di riduzione netta dell’occupazione, sia qualitativo, in termini di peggioramento delle condizioni contrattuali, sempre più precarie, flessibili e a tempo determinato, di bassi e discontinui livelli salariali, di allungamento degli orari e della vita lavorativa, di intensificazione dei ritmi di lavoro e dello sfruttamento con gravi conseguenze anche per l’incolumità e la salute dei lavoratori. L’aumento dell’occupazione che si registra in alcuni paesi dell’UE, che sia misurato in termini di unità lavorative o di ore lavorate, nasconde un aumento della precarietà che induce profonde trasformazioni della struttura del mercato del lavoro, con un progressivo svuotamento del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro come strumento di tutela comune di ciascuna categoria e di unificazione di classe. A ciò si aggiunge una legislazione e una giurisprudenza dell’UE, sempre più penalizzanti per i lavoratori e orientate verso la limitazione dei loro diritti politici e sindacali, a partire dal diritto di sciopero fino al diritto di associazione in sindacati di classe non asserviti ai capitalisti e al loro stato.
La corretta percezione dei processi di ristrutturazione capitalistica in atto è ancora troppo scarsa e la resistenza operaia troppo debole, sporadica e frammentata. I focolai di lotta di classe, in lenta crescita soprattutto in relazione a situazioni di crisi aziendale, non hanno ancora il carattere di massa, la continuità e l’organizzazione che dovrebbero avere. Inoltre, i lavoratori più avanzati e combattivi che li promuovono subiscono la crescente repressione poliziesca e la persecuzione giudiziaria e amministrativa dello stato borghese in un momento in cui le avanguardie politiche e sindacali del proletariato non sono adeguatamente attrezzate per rispondere a questo attacco.
Pertanto, è davvero necessario che i partiti comunisti e operai facciano chiarezza. Al nostro interno, occorre studiare con grande attenzione le novità della situazione corrente, applicando le categorie scientifiche del marxismo-leninismo e sviluppando una discussione diffusa e franca sulla risposta che dobbiamo dare a quanto sta accadendo. Solo un esteso e capillare dibattito interno consente di pervenire ad una sintesi, condivisa da tutto il corpo del partito, che possa tradursi in una chiara linea politica e garantire la necessaria unità d’azione del partito. Al nostro esterno, occorre diffondere con più tenacia e entusiasmo la nostra analisi e le nostre proposte tra la classe operaia, per ricostruire il nostro radicamento al suo interno e ridare capacità attrattiva alla prospettiva comunista. Dobbiamo attrezzarci per svolgere la funzione dirigente della lotta di classe che i comunisti devono avere, per fare chiarezza e sviluppare nel proletariato la comprensione della realtà, la coscienza del proprio ruolo e della necessità del cambiamento rivoluzionario.
Anche il nostro Partito sta compiendo uno sforzo di elaborazione e di organizzazione per rendersi idoneo a lottare nel modo più efficace possibile nelle condizioni attuali, un obiettivo ambizioso non facile da raggiungere nell’attuale situazione. Tuttavia siamo certi che anche dal vostro congresso deriverà un contributo per l’avanzamento di entrambi i nostri Partiti verso questo obiettivo. Esprimendo la nostra volontà di rafforzare lo scambio di informazioni e i legami tra i nostri due Partiti, anche attraverso iniziative di lotta comuni, vi auguriamo, cari compagni, un proficuo svolgimento dei lavori congressuali e nuovi successi nella nostra lotta comune per la causa della classe operaia e della rivoluzione socialista.
VIVA IL SOCIALISMO-COMUNISMO!
PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!
Roma, 7 gennaio 2022.
FRONTE COMUNISTA (ITALIA)
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale