Il 77° anniversario della Liberazione cade in un momento in cui la crisi del capitalismo, già acutizzata dalla pandemia da Covid-19, ha raggiunto l’apice parossistico della guerra imperialista in Ucraina. È in questi momenti di rottura, caratteristici del modello di sviluppo capitalistico, che i settori più aggressivi della borghesia monopolistica si fanno avanti per forzare la mano e portare avanti le loro strategie di uscita dalla crisi, che in questo momento riguardano non solo la conquista di risorse, quote di mercato e vie di approvvigionamento in Ucraina, ma anche, più in generale, i rapporti di forza tra i blocchi che si fronteggiano in quell’area e al loro interno, il riposizionamento nella piramide imperialista dei vari attori del conflitto: il blocco USA-UE-NATO e la Russia ma anche, benché ancora defilata nel contesto del conflitto Ucraino, la Cina e, per quanto riguarda il blocco euro-atlantico, il rafforzamento dell’egemonia americana su quest’ultimo sistema di alleanze.
La borghesia italiana è pienamente partecipe di questo processo. Lo dimostrano l’immediata adesione di tutte le forze politiche borghesi alla chiamata alle armi dell’alleato americano, e l’alacre impegno del loro apparato mediatico di riferimento nella costruzione di un’opinione pubblica acriticamente allineata all’intervento del nostro Paese attraverso un’isterica propaganda russofoba, nella quale trovano spazio, grazie a semplificazioni e collegamenti del tutto erronei, messaggi anticomunisti, e furiosi attacchi contro chiunque osi proporre una riflessione che tenti di spiegare gli eventi attraverso l’analisi di tutti gli elementi che hanno preceduto e fornito l’innesco all’intervento militare della Federazione Russa.
È in questo quadro che vanno letti gli ignobili attacchi all’ANPI e al suo presidente, reo di aver preso le distanze dalla narrazione dominante sulla guerra in Ucraina e l’antistorica equiparazione tra lo sforzo bellico in cui il governo filonazista di Zelens’kyj ha trascinato l’Ucraina e la Resistenza antifascista, equiparazione che vorrebbe legittimare persino le bandiere imperialiste della NATO nelle piazze in cui si celebra la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Oggi è più che mai necessario ricordare che la Resistenza non fu certo una guerra per procura, come quella condotta dall’Ucraina per conto del blocco imperialista euro-atlantico, ma sollevazione popolare contro il regime fascista, asservito agli invasori nazisti. Fu lotta di liberazione nazionale, con un forte carattere di classe, grazie al contributo determinante dei comunisti, e non certo di battaglioni neonazisti come avviene oggi in Ucraina.
Nel celebrare la Resistenza antifascista, esprimiamo la nostra solidarietà ai proletari ucraini e russi, che sono le vere vittime della guerra imperialista, e ai comunisti ucraini costretti alla clandestinità dal loro governo, come lo furono i comunisti italiani sotto il regime fascista.
FUORI LA NATO E I GUERRAFONDAI DAL 25 APRILE!
Roma, 24/04/2022
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Fronte Comunista