Il massacro sociale contro la classe operaia continua. Dopo le già numerose delocalizzazioni annunciate negli ultimi 2 anni (Gianetti Ruote, Speedline, GKN) ora tocca alla Wärtsilä dove centinaia di lavoratori tra diretti e indotto rischiano di perdere il proprio posto di lavoro e di ritrovarsi senza un futuro per sé e per le proprie famiglie.
Il 27 Luglio al tavolo di crisi al ministero la multinazionale finlandese ha confermato la volontà di chiudere il sito di Trieste e di licenziare 700 lavoratori tra diretti e indotto. E’ arrivata subito la solidarietà di tutti i lavoratori del Porto, che sono arrivati a bloccare la consegna ad oggi delle merci verso i clienti di Wärtsilä.
Con l’appoggio anche della Confindustria e della politica locale, i sindacati confederali hanno organizzato uno sciopero di 8 ore il 4 Agosto, e una manifestazione cittadina ieri 3 Settembre.
Il Fronte Comunista, insieme ai compagni del Fronte della Gioventù Comunista e del Circolo Comunista Operaio “Tranquillo Moras”, ha aderito alla manifestazione insieme anche al Collettivo di Fabbrica ex GKN, presente con una nutrita delegazione nonostante i chilometri che separano i siti “caldi” di Campi Bisenzio e Trieste.
Da parte nostra esprimiamo la massima solidarietà possibile ai lavoratori della Wärtsilä, li invitiamo a superare le barriere, gli steccati e avviare un cammino di lotta radicale come quello intrapreso già in GKN: la lotta della singola fabbrica contro la delocalizzazione non è sufficiente per risolvere il problema, ma è il minimo punto di partenza da cui partire al contrattacco. Non c’è più tempo da perdere: è inutile aspettare il coinvolgimento di governo e altri padroni, i tavoli alla Regione o al MISE sono sostanzialmente inutili senza l’innalzamento del livello del conflitto.
Tutto questo si inserisce in un momento drammatico: la crisi energetica, l’inflazione galoppante e il caro vita. Le ricette di Governo e Confindustria sono i licenziamenti, i rincari energetici e l’aumento folle dei prezzi dei beni di prima necessità per scaricare sui lavoratori i costi di una crisi che la propaganda padronale spaccia per essere causata dalla guerra ma che in realtà arriva da molto lontano.
Troppe volte siamo stati costretti sulla difensiva dai padroni, è il momento di contrattaccare costringendo loro alla difesa e l’unica strada percorribile è la lotta di classe, generalizzare il conflitto contro il capitale andando ad unire tutte le vertenze presenti e future in un fronte unico di classe in grado di sferrare il contrattacco.
Un fronte unico di classe che va dai metalmeccanici alla logistica, dai portuali ai disoccupati. Senza voler nascondere sotto il tappeto le differenze di idee che talvolta ci separano, la risposta dei lavoratori e delle masse popolari all’attacco padronale dev’essere proporzionata, in termini di forza e di unità. Un fronte unico di classe quindi che unisca lavoratori e studenti contro i provvedimenti lacrime e sangue di questo governo e di quello che verrà.
Siamo oggi al fianco dei lavoratori Wärtsilä come siamo al fianco della lotta dei compagni della GKN e come saremo sempre al fianco dei proletari che alzano la testa, per costruire insieme un grande sciopero generale che faccia sentire davvero la voce e la rabbia dei lavoratori in questo Paese.
UN NEMICO, UN FRONTE, UNA LOTTA!