DOPO LO SCIOPERO GENERALE, IL 3 DICEMBRE TUTTE/I A ROMA!
CONTRO LA GUERRA E IL CAROVITA: GIÙ LE ARMI, SU I SALARI.
Il governo Meloni ci sta trascinando sempre più dentro una spirale di guerra dagli esiti imprevedibili. L’Italia è evidentemente un paese belligerante e attivo nel conflitto, nonostante la grande maggioranza della popolazione sia contraria alla guerra e al conseguente forte aumento delle spese militari.
Per sostenere queste ultime, ci si chiede di aderire a una economia di guerra che si colloca in piena continuità con l’operato del precedente governo Draghi, e più in generale con tutti gli esecutivi che in questi anni ci hanno chiesto di pagare con l’austerità i costi di crisi che non abbiamo creato né voluto. Mentre i salari, le pensioni, i redditi da lavoro e gli ammortizzatori sociali sono al palo da anni, il fortissimo aumento dei prezzi per tutti i beni e servizi essenziali produce un peggioramento generalizzato delle condizioni di vita. Ormai arrivare a metà del mese è un problema, altro che alla fine…
E in questo contesto è inaccettabile che la gran parte dei sostegni vada alle grandi imprese! Altro che flat tax, taglio del cuneo fiscale, cancellazione del reddito di cittadinanza e riduzione dei servizi pubblici, controriforma della scuola e ulteriore taglio della sanità pubblica: serve che si colpiscano i grandi profitti e i patrimoni accumulati per decenni.
Le risorse ci sono, come dimostra la vicenda dei 40 miliardi di extraprofitti ottenuti con la speculazione sul prezzo del gas, e vanno messe a disposizione di salari, pensioni e per aumentare il reddito degli strati sociali più colpiti dalla crisi, in primis i precari e i disoccupati.
Anche le promesse avanzate nei mesi scorsi sul tema della conversione ecologica si sono tradotte in progetti di installazione di nuovi rigassificatori e inceneritori in diversi territori, utili al business dei soliti noti e non certo alla salvaguardia dell’ambiente. Si ricomincia a parlare di grandi opere inutili (come il Ponte sullo stretto), mentre scuole, università, strutture sanitarie, territori stravolti dal dissesto idrogeologico, dal cambiamento climatico e dalla speculazione cadono e franano letteralmente in testa alle persone che li attraversano.
In poche settimane, il nuovo governo ha già pienamente svelato la propria natura reazionaria, con l’attacco ai diritti e alle agibilità democratiche, la criminalizzazione degli immigrati e un ulteriore inasprimento della repressione del conflitto sociale e sindacale, come dimostra l’introduzione nel Codice penale del reato di occupazione abusiva e raduni illegali che rafforza e generalizza le norme repressive già esistenti.
Dai posti di lavoro alle scuole e alle università; dai movimenti per la difesa dell’ambiente alle realtà sociali e sindacali indipendenti e conflittuali: è ora di dire basta!
Sabato 3/12 ore 14 – Roma p.zza della Repubblica – Manifestazione nazionale
SI Cobas
Unione Sindacale di Base
Sindacato Generale di Base
Confederazione Unitaria di Base
Movimento di lotta disoccupati 7 novembre
Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali
Movimento per il diritto all’abitare
Prendiamo Casa Cosenza
Genova City Strike
Perugia Solidale
Cambiare Rotta organizzazione giovanile comunista
Laboratorio politico Iskra
Osservatorio Repressione
Opposizione Studentesca d’Alternativa
Potere al Popolo
DemA
ManifestA
Partito della Rifondazione Comunista
Unione Popolare
Fronte della Gioventù Comunista
Rete dei Comunisti
Fronte Comunista
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria
PLAT Piattaforma di Intervento Sociale
Collettivo Militant
Casa del Popolo Teramo
Centro sociale Intifada
Dazebao Centocelle
Operatori Sociali Autorganizzati Perugia
Spazio Catai Padova
Centro Internazionale Crocevia
Centro sociale Nuvola Rossa (Rc)
Spazio Pueblo (Cava de Tirreni)
Collettivo No al Fossile Civitavecchia
Comitati contro il rigassificatore di Piombino
FIR La voce delle lotte