La guerra imperialista tra il blocco NATO/UE e la Russia in Ucraina prosegue mostrando chiaramente che il capitalismo, la sua crisi e la competizione tra monopoli conducono strutturalmente alla guerra. I proletari russi e ucraini ne pagano il prezzo con la vita e la repressione militare, mentre in ogni paese sono sempre i proletari che subiscono gli aumenti dei prezzi di tutto ciò che è necessario alla loro vita. Il governo Meloni rafforza con piena adesione la partecipazione dell’Italia alla guerra imperialista, sostenendo i piani NATO e promuovendo il rinnovo dell’invio di armi nel solco di quanto fatto dal governo Draghi.
Il 3 dicembre saremo in piazza contro questa guerra, contro i piani del capitalismo italiano e del blocco euro-atlantico, per opporci alle spese militari, all’invio di armi, alla politica delle sanzioni che affamano i proletari di tutti i paesi che giorno dopo giorno scendono in piazza, dalla Grecia, all’Inghilterra, all’Iran, perfino negli USA con un grado di coscienza che comincia ad andare oltre le sole rivendicazioni economiche in un processo che non possiamo non salutare e lottare per dare ad esso il nostro contributo. Vogliamo tenere aperto uno spazio che possa raccogliere la partecipazione e le speranze di tutti coloro che sono scesi in piazza contro la guerra e che ritengono necessario continuare a farlo. Vogliamo costruire con queste energie un percorso di mobilitazione che sia realmente contro la guerra, che porti avanti la lotta per la chiusura di tutte le basi USA e NATO, per l’uscita dell’Italia dalla NATO e da ogni alleanza imperialista transnazionale, che intendiamo come parte integrante e irrinunciabile della lotta rivoluzionaria per una società socialista e il potere dei lavoratori, e non come riposizionamento e riorientamento della politica estera dell’Italia capitalistica.
1. Consapevole della possibilità del dissenso sociale, il nuovo governo ha già messo in campo le misure preventive di attacco alla libertà di manifestazione, alla libertà di sciopero avvertendo donne, studenti e immigrati con le prime minacce: attacchi al ruolo delle donne e alle loro conquiste, manganellate alla Sapienza, accuse di associazione a delinquere contro movimenti di lotta e disoccupati, bracci di ferro internazionali sulla pelle di immigrati abbandonati in mare, inasprimento delle condizioni carcerarie. Sono, infatti, questi i settori attualmente più presenti sulla scena dell’opposizione sociale e che potrebbero innescare lotte più ampie. L’attacco è a più largo raggio e la manovra finanziaria ne costituisce il riflesso pratico: da un lato sgravi fiscali ed aiuti alle imprese, dall’altro cancellazione del reddito di cittadinanza, tagli alla scuola ed alla sanità, il tutto preparato da una infame campagna di propaganda il cui scopo è dividere i lavoratori ed aizzare le classi medie contro il proletariato.
2. Arrivare alla fine del mese diventa sempre più difficile per settori sempre più ampi di proletari. I salari bassi, il costo della vita dalle bollette al carrello della spesa, i mutui e gli affitti, il costo degli stessi servizi essenziali sono il futuro che scrivono i capitalisti mentre gonfiano i loro portafogli e competono fra loro fino al baratro della guerra. Di fronte all’attacco padronale non possiamo più limitarci a resistere. Solo con una battaglia politica complessiva delle avanguardie dei lavoratori, dei disoccupati e degli studenti saremo in grado di opporci in maniera efficace alle politiche antiproletarie che l’esecutivo Meloni, in piena continuità con quelli precedenti, porterà avanti.
3. Mostriamo chiaramente che esiste un’alternativa a chi, da destra a sinistra passando per i 5 stelle, ha appoggiato o è stato responsabile, ricoprendo incarichi governativi, del massacro sociale e della repressione ai danni di lavoratori e lavoratrici, avanguardie di lotta e sindacali, studenti e studentesse. Dobbiamo scendere in campo per provare a scrivere un futuro diverso: è fondamentale rispondere con la massima unità possibile di tutti i lavoratori combattivi, le esperienze di lotta, dei sindacati conflittuali e di tutti coloro che vogliano in qualsiasi modo contribuire a questa lotta, e in questa direzione sosteniamo con convinzione lo sciopero unitario del sindacalismo di base e il carattere unitario della manifestazione del 3 dicembre. La pratica di un fronte unico di classe contro i padroni, di mettere insieme sul piano della mobilitazione tutte le forze disponibili del movimento operaio per opporsi alle politiche padronali, è e rimane una condizione fondamentale per ridare forza e credibilità a livello di massa alla lotta.
4. Il 2 dicembre sosteniamo lo sciopero generale, i lavoratori e le lavoratrici che bloccheranno la produzione e la circolazione delle merci e tutte le iniziative contro carovita e aumento dei beni di prima necessità. Sabato 3 dicembre scendiamo in piazza a Roma per rilanciare l’opposizione di classe al governo, contro la guerra imperialista, contro il carovita, per l’aumento dei salari, contro la repressione delle lotte, contro le misure lacrime e sangue e il governo Meloni che le prepara.
5. Con questo spirito quindi promuoviamo la costruzione di uno spezzone di classe e anticapitalista, combattivo e che raccolga le esperienze più avanzate delle lotte di operai, disoccupati e studenti. Anche all’interno del contesto da ampliare e tutelare della mobilitazione unitaria, riteniamo giusto e legittimo affermare questa proposta con una precisa direzione politica anticapitalista e internazionalista, che consideriamo una necessità irrinunciabile per lo sviluppo della coscienza di classe e della lotta. Perché riteniamo che i rapporti di forza si spostino nella lotta di classe e non ci possano essere scorciatoie o semplici trovate elettoraliste di fronte all’approfondimento della crisi capitalistica, perché pensiamo che non si possa evitare di fare i conti con l’esperienza disastrosa per il movimento operaio di quelle organizzazioni politiche che, ovunque nel mondo, a partire da questo si sono poste su un piano di compatibilità capitalistica, fino alla partecipazione ai governi borghesi.
6. Guardiamo alle lotte e agli scioperi che crescono in Europa e nel mondo, ai lavoratori che si sollevano rivendicando migliori condizioni di vita ma spesso mettendo in discussione anche l’oppressione dei loro governi. Ci rivolgiamo ai lavoratori e alle lavoratrici in mobilitazione, ai sindacati conflittuali, a tutti i movimenti di lotta, a chi lotta per il diritto alla casa, a chi si batte contro il carovita, la devastazione ambientale, la mercificazione della salute. Ci rivolgiamo agli studenti, perché uniscano la loro lotta contro l’istruzione di classe e l’alternanza scuola-lavoro a quella dei lavoratori. Ci rivolgiamo a tutti qui lavoratori e lavoratrici che non ne possono più dei teatrini parlamentari fatti sulla loro pelle. Ci rivolgiamo a chi è già sceso in piazza a Bologna e a Napoli inaugurando un’opposizione sociale.
7. Costruiamo insieme uno spezzone internazionalista e proletario che faccia emergere nel dibattito pubblico la presenza di chi mette a disposizione la propria capacità di mobilitazione contro la guerra imperialista e si dichiara pronto a dare battaglia al governo nelle piazze e nei luoghi di lavoro. Uno spezzone che mostri la forza e la determinazione di chi porta in campo la prospettiva della lotta rivoluzionaria contro il capitalismo.
- Contro la guerra imperialista e la compartecipazione dell’Italia, contro l’invio di armi e l’aumento delle spese militari
- Contro il carovita e per l’aumento dei salari
- Contro le misure lacrime e sangue e il governo Meloni che le prepara
Firmatari:
Collettivo Militant
CSA Vittoria
Fronte della Gioventù Comunista
Fronte Comunista
Laboratorio Politico Iskra
Movimento di lotta “Disoccupati 7 Novembre”
Osa Perugia
Tendenza Internazionalista Rivoluzionaria
Unione di lotta per il Partito Comunista