La terribile alluvione che ha colpito il sud della Spagna ha già causato almeno 207 morti e più di 120.000 sfollati a Valencia e in alcune zone di Castilla-La Mancha e Andalusia. Nel porgere le nostre più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime, non possiamo non denunciare il carattere colposo di tragedie come queste che, in Spagna come in Italia, sono una conseguenza della gestione capitalistica del territorio e delle infrastrutture senza riguardo alla tutela delle persone.
In Spagna, come in Italia, da anni le spese militari sono in aumento. Il finanziamento della guerra imperialista sottrae risorse ai servizi pubblici e agli investimenti utili alla collettività, come quelli per la prevenzione dal rischio idrogeologico. In Spagna, come in Italia, i profitti dei capitalisti sono cresciuti di pari passo alla speculazione edilizia e al consumo di suolo, mentre una pianificazione urbana previdente e razionale non è stata mai presa in considerazione. In entrambi i Paesi, di fronte alle calamità naturali, la priorità per i capitalisti locali e le loro amministrazioni è la tutela della continuità dei profitti anche a costo della vita dei proletari e degli strati popolari, vittime di questi disastri annunciati. Il capitalismo preferisce la logica dell’emergenza a quella della prevenzione, perché la prima consente di lucrare maggiori profitti.
I morti, i feriti e gli sfollati dell’alluvione di Valencia, come quelli dei frequenti disastri “naturali” in Italia, sono le vittime degli squilibri ambientali causati da un modo di produzione anarchico qual è il capitalismo. Sono vittime del capitale che non ha interesse a fermare il cambiamento climatico, cessando lo sfruttamento predatorio nei confronti dell’ambiente, dei territori e della forza lavoro. Non è realistico aspettarsi nessun serio cambio di passo da parte dei governi e delle amministrazioni borghesi, corresponsabili di questi orrori. È del tutto illusorio credere a un presunto impegno dell’UE e dei suoi organi per una “transizione verde” in difesa dell’ambiente. Il “green deal” dell’UE non è altro che la promozione del travaso di capitale da settori obsoleti a bassa redditività a settori “nuovi“ che garantiscano una maggiore profittabilità. Non esistono soluzioni “verdi” a questo grave problema proprio perché, per la loro settorialità, prescindono dalla sua relazione dialettica con la causa vera dei disastri ambientali: lo sfruttamento dissennato delle risorse e dell’ambiente da parte di un capitalismo sempre più in declino.
La lotta per la difesa dell’ambiente non può essere separata da quella per l’abbattimento del potere di quella classe, la borghesia capitalistica, che l’ambiente sfrutta e distrugge, per la costruzione del potere operaio, la socializzazione dei mezzi di produzione e la pianificazione centralizzata dell’economia e di una gestione dei territori tesa a prevenire i disastri ambientali.
L’Ufficio Politico e la Commissione Internazionale del CC del Fronte Comunista d’Italia, a nome di tutto il Partito, esprimono, dunque, tutta la propria solidarietà al popolo spagnolo, ai residenti delle regioni colpite dalla catastrofe e ai compagni del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna e dei Collettivi dei Giovani Comunisti, che in questi giorni si sono prontamente attivati per dare sostegno alle popolazioni vittime del disastro.
Roma, 02/11/2024
FRONTE COMUNISTA D’ITALIA
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale