Da diversi mesi la città di Roma ha subito importanti cambiamenti e disagi in vista del Giubileo di quest’anno. Miliardi di finanziamenti pubblici, andati in larga parte direttamente nelle tasche delle imprese costruttrici, sono stati erogati frettolosamente per trasformare il centro della città in una vetrina pronta ad accogliere milioni di turisti e garantire quindi enormi profitti a piccoli e grandi proprietari immobiliari, alle catene alberghiere, così come al comparto della ristorazione e al Vaticano (che nella nostra città possiede migliaia di immobili tra strutture ricettive, cliniche private e altro tipo di attività commerciali). Centinaia di progetti hanno interessato per lo più i quartieri centrali, tenendone in ostaggio gli abitanti e i pendolari. Progetti, tra l’altro, che spesso sono stati rivisti a fronte dei costi e dei tempi di realizzazione per un risultato finale decisamente lontano da quello sbandierato dal sindaco Gualtieri e la sua giunta, basti pensare al progetto per il piazzale antistante la stazione Termini e come invece è stato realizzato.
Il Giubileo ha portato con sé inevitabilmente un peggioramento notevole della qualità della vita per la gran parte dei lavoratori e degli strati popolari nella nostra città. Il caro-affitti dettato dagli interessi dei proprietari immobiliari sta determinando un notevole aumento dei canoni di locazione e degli sfratti per finita locazione in assenza di una normativa che regoli il fenomeno degli affitti brevi. Questo fattore, insieme alla continua svendita del patrimonio alloggiativo pubblico, ha portato con sé una vera e propria espulsione degli strati popolari non solamente dai quartieri più centrali, ma anche da quelli una volta considerati più periferici o semicentrali.
Se da un lato il Comune ha deciso di puntare su interventi di ammodernamento di alcune vie o piazze della città (per lo più nei quartieri maggiormente appetibili agli investitori nazionali e internazionali), dall’altro non si è praticato alcun potenziamento del trasporto pubblico, mentre i prezzi dei biglietti giornalieri e settimanali aumentano come stabilito dalle amministrazioni comunale e regionale.
All’interno della logica dei “grandi eventi” che ormai domina i contenuti sui cambiamenti urbani, il Giubileo sta trasformando la nostra città in una città esclusiva, dove il patrimonio immobiliare pubblico viene venduto a importanti fondi di investimento per essere trasformato in grandi alberghi, condomini di lusso o soluzioni per affitti brevi mentre i quartieri popolari vengono sempre più tagliati fuori da questi grandi cambiamenti, dedicando loro solo abbandono e repressione.
Le periferie e i quartieri popolari sono nel frattempo sempre più privati dei servizi essenziali quali casa, trasporto pubblico, sanità, cultura e sport gratuiti e accessibili a tutti.
Alla luce delle conseguenze che il Giubileo e le politiche di amministrazioni locali e governo nazionale stanno avendo sui lavoratori e gli strati popolari, il Fronte Comunista rivendica:
- la fine degli investimenti pubblici per il Giubileo: la Chiesa Cattolica dispone nel nostro paese di un patrimonio immenso e non necessita quindi di alcun intervento da parte dello Stato italiano per la realizzazione dei propri eventi;
- il dirottamento dei fondi verso opere realmente utili ai romani: tra questi il potenziamento e la gratuità del trasporto pubblico, il diritto alla casa attraverso la manutenzione degli alloggi popolari e il rifinanziamento dei piani per l’edilizia pubblica, lo sviluppo di una sanità pubblica efficiente e presente in tutti i quadranti della città, la riqualificazione dei quartieri popolari di Roma, da troppo tempo abbandonati a loro stessi;
- la regolamentazione degli affitti brevi e un calmiere sui canoni di locazione: eventi quali il Giubileo rappresentano il pretesto per piccoli e grandi proprietari immobiliari per aumentare i canoni o riconvertire gli appartamenti in locazione turistica. È ora di dire basta a politiche che mettano al centro gli interessi di padroni e speculatori.
Come comunisti concepiamo la nostra lotta non solo contraria ad eventi quali il Giubileo, ma al generale modello di città che si vuole imporre sulla falsariga di quanto già avvenuto a Milano negli anni successivi a EXPO 2015 e che ha visto la città lombarda cannibalizzata da fondi immobiliari e speculatori di ogni risma. Un modello promosso trasversalmente da tutto l’arco politico borghese e che in tal senso segna una piena continuità tra partiti del centro-destra e del centro-sinistra.
Queste rivendicazioni immediate non sono per noi in alcun modo separabili dalla più generale lotta rivoluzionaria dei comunisti per una società nuova, per il socialismo-comunismo, in cui lo sviluppo delle nostre città e dei quartieri non sia determinato dagli interessi di una minoranza di sfruttatori, ma dal benessere dei lavoratori e delle loro famiglie, dei disoccupati, degli studenti degli strati popolari e dei pensionati; una società in cui non ci sia posto nella vita pubblica per la dottrina religiosa e per investimenti miliardari su eventi a essa legati, o in cui preti e gerarchie ecclesiastiche detengano una parte rilevante della ricchezza del paese.
La necessità di lottare contro il Giubileo e la logica dei “grandi eventi”, che da sempre rappresenta il pretesto per assicurare profitti miliardari ai soliti speculatori, dimostra la necessità di costruire, a Roma come nel resto del paese, quel partito comunista che possa incarnare e far avanzare le istanze della classe operaia. Per questo motivo la nostra lotta non può prescindere da questa bussola.