Il Fronte Comunista denuncia e condanna senza appello l’ignobile decisione del Presidente e del governo del Kazakhstan di riabilitare i criminali di guerra kazakhi appartenenti alla Legione SS “Türkestan”, simbolicamente presa proprio il 22 giugno, ricorrenza dell’aggressione nazifascista all’Unione Sovietica.
Questa infame banda di assassini, che raccoglieva criminali comuni, disertori traditori della patria sovietica, anticomunisti viscerali legati ai “basmači” e alle vecchie classi proprietarie semi-feudali spazzate via dalla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, operò per conto dei nazisti nei rastrellamenti antipartigiani in Russia, Bielorussia e Italia (dove erano erroneamente chiamati “mongoli”), macchiandosi di atrocità, efferatezze e crimini di guerra principalmente contro civili inermi. Dopo la guerra e il processo di Norimberga, che sancì la responsabilità collegiale delle SS per imprescrittibili crimini contro l’umanità, coloro che furono catturati dall’Armata Rossa furono in larga parte condannati dalla giustizia sovietica alla pena capitale o ai lavori forzati per tradimento, collaborazionismo e crimini di guerra.
La vergognosa decisione del potere borghese in Kazakhstan di riabilitare gli assassini della Legione SS “Türkestan”, presentandoli in chiave nazionalistico-religiosa come vittime del presunto “totalitarismo sovietico”, purtroppo non è un caso isolato, ma si inserisce in una logica di falsificazione della storia, promossa dai settori più reazionari e sciovinisti dell’imperialismo degli USA e dell’Unione Europea. Analoghe riabilitazioni sono in atto in altre repubbliche ex-sovietiche dell’Asia Centrale, spesso adducendo motivi religiosi che si saldano con i fascismi islamici del Medio Oriente. In Ucraina, partner dell’UE e della NATO, si esaltano come eroi nazionali Stefan Bandera e le bande di collaborazionisti carnefici del proprio popolo. In Russia la diversione ideologica trova espressione nella cosiddetta opposizione liberale, che pretende la riabilitazione di Vlasov, Krasnov e degli altri traditori che servirono l’invasore nazifascista. L’eversione in Bielorussia si rifà ideologicamente al nazionalismo più radicale, visceralmente antisovietico e anticomunista, anch’esso collaborazionista dei nazifascisti. L’anticomunismo generalizzato, ormai divenuto ideologia ufficiale dell’UE, non può che portare alla riabilitazione del fascismo, i cui crimini reali vengono giustificati come tentativo di reazione ai crimini presunti del comunismo. Un passo avanti anche rispetto alla già infame risoluzione del Parlamento europeo che equiparava comunismo e fascismo.
Da questa tendenza non è esente neppure il nostro paese, dove la legittimazione dei fascisti, a cui oggi si pretende di intitolare luoghi pubblici, è stata portata avanti anche grazie a gravissime prese di posizione di esponenti di primo piano del PD che teorizzavano l’uguaglianza dei morti ed equiparavano i partigiani ai “ragazzi di Salò”, salvo poi utilizzare l’antifascismo a parole per cercare di costituire improponibili coalizioni elettorali.
Noi comunisti, ribadendo che vittime e carnefici, liberatori e oppressori, non sono uguali neppure dopo la morte, ci opponiamo con tutta la nostra forza a questi tentativi di falsificare la storia. Denunciando fermamente questa squallida operazione delle autorità kazakhe, le stesse che non esitano a sparare sugli operai in sciopero che chiedono il pagamento dei salari arretrati da mesi, a imprigionare gli attivisti sindacali, a vietare l’organizzazione e la propaganda comunista e a perseguitare i militanti, è un insulto a tutti i kazakhi che diedero la vita combattendo nelle file dell’Armata Rossa per difendere il socialismo e liberare il proprio paese e l’umanità dalla barbarie nazi-fascista. È un insulto alla memoria delle vittime inermi, anche italiane, assassinate dai criminali della Legione SS “Türkestan”.
Chiediamo che l’ANPI e le altre organizzazioni antifasciste facciano pressione sul governo e sul parlamento italiani affinché venga inoltrata al Presidente e al governo del Kazakhstan una nota di protesta ufficiale che condanni la riabilitazione di coloro, le cui mani grondano anche del sangue del nostro popolo.
Esprimiamo la nostra solidarietà militante al Movimento Socialista del Kazakhstan e agli antifascisti che in quel paese lottano in condizioni di repressione e persecuzione.
IL FASCISMO NON PASSERÀ!
Roma, 10 luglio 2021
FRONTE COMUNISTA
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale