Dichiarazione dei partecipanti alla conferenza “La crescente minaccia di diffusione e di uso di armi biologiche e la necessità di creare un movimento internazionale a sostegno del suo divieto e dell’eliminazione dei laboratori”
Il 3 novembre 2021, su iniziativa di quattro partiti, costituitisi in coalizione alla fine dello scorso anno (Partito Comunista Unito della Georgia, Movimento Socialista del Kazakistan, Partito Socialista di Lettonia, Partito Comunista del Pakistan), si è svolta la conferenza dal tema: «La crescente minaccia di diffusione e di uso di armi biologiche e la necessità di creare un movimento internazionale a sostegno del suo divieto e dell’eliminazione dei laboratori». Oltre ai partiti promotori della Coalizione, vi hanno preso parte: il Partito Comunista di Grecia (KKE), il Partito Comunista dell’Armenia, il Partito Comunista dell’Azerbaigian, il Partito Socialista della Georgia, il Partito dei Lavoratori dell’Ungheria, il Partito Comunista del Kirghizistan, il Partito dei Comunisti del Kirghizistan, il Partito Comunista di Turchia, il Partito Comunista Operaio Russo-Partito Comunista dell’Unione Sovietica, il Fronte Comunista (Italia), Il Partito Comunista delle Filippine-1930, l’Unione dei Comunisti dell’Ucraina, il Partito Comunista di Norvegia.
I partiti comunisti e operai che hanno partecipato a questa conferenza ritengono che le armi biologiche, come particolari armi di distruzione di massa, insieme con le armi nucleari e le armi chimiche, possono causare enormi danni ai popoli e portare a conseguenze disastrose in un contesto di antagonismi interimperialisti e di guerre imperialiste.
Oggi, tutti i maggiori paesi capitalistici, apertamente o in segreto, detengono arsenali di tali armi e conducono ricerche per il loro potenziamento e il loro uso.
La pandemia di Covid-19 ha rivelato non solo le profonde carenze del sistema sanitario in tutti i paesi capitalistici e ha portato alla limitazione dei diritti dei lavoratori, ma ha anche acuito le contraddizioni interimperialistiche. Inoltre, le parti in causa si accusano a vicenda di avere creato artificialmente in laboratorio il Coronavirus, mostrando così il livello della minaccia derivante dallo sviluppo, dalla produzione e dallo stoccaggio di scorte di armi biologiche e tossiche.
Le strutture internazionali preposte non solo si dimostrano inefficaci e non controllano il rispetto da parte dei principali paesi capitalistici delle convenzioni ONU in essere, ma diventano esse stesse giocattoli che le multinazionali e le forze imperialiste usano come strumento per l’attuazione dei loro piani di rafforzamento del proprio dominio e per la spartizione delle sfere d’influenza.
Preoccupa particolarmente il fatto che in molti paesi lo sviluppo di armi biologiche continua. Solo in base ai programmi del Pentagono americano in tutto il mondo sono stati creati 1495 laboratori, non sottoposti al controllo dei governi dei paesi in cui operano e le cui attività non sono trasparenti.
Al momento, tali laboratori biologici militari sono operativi in Iraq, Pakistan, Giordania, Tanzania, Senegal, Sierra Leone, Sud Africa, Camerun, Uganda, Kenya, Liberia, Guinea, Birmania, Malesia, Cambogia, Filippine, Laos, Georgia, Armenia, Kazakistan, Ucraina, Azerbaigian, Uzbekistan ecc.. Vi sono informazioni sulla conduzione di ricerche in tal senso in Moldavia, in alcuni paesi dell’Europa Orientale e in America Latina.
Gli Stati Uniti non hanno mai firmato il protocollo allegato alla «Convenzione internazionale per vietare l’elaborazione, la produzione e lo stoccaggio di armi batteriologiche (biologiche) e tossiche e per la loro distruzione», bloccando così gli sforzi per controllare l’applicazione della Convenzione e continuando a sviluppare nuovi tipi di malattie mortali.
Alcuni partecipanti alla conferenza hanno fatto notare che gli Stati Uniti da soli hanno speso oltre 100 miliardi di dollari nel settore delle armi biologiche offensive negli ultimi vent’anni. Allo stesso tempo, l’origine artificiale delle nuove armi biologiche viene spesso nascosta e mascherata come se si trattasse di malattie naturali di determinate regioni, mentre esistono le prove della loro modificazione in condizioni di laboratorio.
Secondo le affermazioni dei partecipanti, nello spazio post-sovietico e in Asia, in quei paesi dove sono operativi i laboratori militari americani, fin dal momento dell’inizio della loro attività è stata registrata sempre più spesso l’insorgenza di malattie atipiche sia tra gli umani che tra il bestiame, il che può significare che si sia in presenza di attentati mirati a compromettere il settore agricolo di interi paesi. L’impiego di particolari armi biologiche può causare mancanza di cibo e aggravare il problema della fame che diversi paesi già affrontano.
Nel sostenere tutte le rivendicazioni avanzate nella Dichiarazione Congiunta dei Partiti Comunisti e Operai per combattere la pandemia del 30 marzo 2020, tra cui l’immediato finanziamento statale dei sistemi sanitari pubblici, crediamo che sia necessario interrompere immediatamente tutti i programmi per lo sviluppo, la produzione, la diffusione e l’uso di armi biologiche, destinando le risorse materiali alle necessità della lotta contro la pandemia e contro possibili ondate di altre nuove malattie pericolose.
I partecipanti alla conferenza convengono che sia necessaria una partecipazione attiva dei Partiti Comunisti e Operai alla lotta contro le guerre imperialiste e anche contro la minaccia dell’uso di armi biologiche e di altre armi di distruzione di massa. Il ruolo dei Partiti Comunisti e Operai è insostituibile nel denunciare le ragioni delle attuali guerre imperialiste: la spartizione delle materie prime, delle rotte mercantili, dei mercati, del profitto capitalistico dei grandi monopoli. Allo stesso tempo, sono necessarie azioni attive dei comunisti a sostegno del movimento internazionale antimperialista e contro la guerra, per coordinarne l’attività anche contro le armi di distruzione di massa, in particolare contro quelle biologiche.
In relazione a ciò, i partecipanti alla conferenza, opponendosi ai piani della NATO, degli USA e delle altre forze imperialiste,
- esigono la chiusura immediata dei laboratori biologici militari e la cessazione della sperimentazione in questo settore;
- promuovono l’avvio di campagne internazionali in varie forme contro le basi militari straniere, della NATO e degli USA, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione dello sviluppo, dello stoccaggio e dell’uso di armi di distruzione di massa, comprese le armi biologiche.
I Partiti partecipanti alla Conferenza chiedono alle organizzazioni popolari di massa, ai sindacati, alle organizzazioni di categoria e alle associazioni di scienziati, medici, ecologi, giornalisti, alle personalità pubbliche, ai movimenti per la pace di aderire a questa iniziativa, per partecipare congiuntamente all’organizzazione e al rafforzamento di un movimento internazionale di massa, antimperialista e contro la guerra, che, tra gli altri fini, abbia per obiettivo il divieto della produzione e della diffusione delle armi biologiche.
Continueremo a convocare nuove conferenze e altre iniziative su questo tema, ma, soprattutto, continueremo la lotta contro il capitalismo parassitario e putrescente che, nella sua fase imperialista, genera dottrine e teorie antiumane – come il fascismo – e crea mezzi e modi sempre più sofisticati per portare morte a tutta l’umanità.
Il futuro è del Socialismo!