A più di un secolo di distanza riteniamo sia nostro compito celebrare questa data, perché segnò la rottura con le ambiguità e l’attendismo del partito socialista italiano, dotando così la classe operaia italiana dello strumento necessario per poter “fare come in Russia”. Ricordare l’uscita dei comunisti dal teatro Goldoni e la marcia verso il teatro San Marco non vuol dire però abdicare a un analisi franca e laica della storia e dei mutamenti che quel partito visse fino alla svolta della Bolognina.
Ogni giorno che passa si sente sempre di più la mancanza di un partito comunista coerentemente rivoluzionario, autorevole e forte, che sia capace di indirizzare e la classe lavoratrice e far valere e avanzare proposte di classe in un dibattito politico che è totalmente polarizzato tra posizioni interne alle diverse fazioni della borghesia. Per questo motivo il Fronte Comunista, conscio di questa necessità, intende mettere al primo posto nella propria agenda politica la costruzione di un Partito Comunista che, nel solco del marxismo-leninismo, sia all’ altezza della fase che stiamo attraversando. Una costruzione che avvenga nel fuoco delle lotte presenti nel nostro paese e che sia frutto di un dibattito serrato e franco con tutte le organizzazioni disposte a mettersi in gioco su questo piano rompendo con le dinamiche perdenti delle organizzazioni di area comunista degli ultimi 30 anni.