Il 7 novembre 1917 le salve dei cannoni dell’incrociatore Aurora davano il segnale per l’insurrezione armata che avrebbe aperto una nuova era nella storia dell’umanità: l’era della rivoluzione proletaria.
Dopo la sanguinosa repressione della Comune di Parigi, per la prima volta le masse degli oppressi riuscivano a spezzare vittoriosamente la “catena” dell’imperialismo nel suo punto più debole, cessando di essere semplice oggetto di sfruttamento in tempo di pace e carne da macello in tempo di guerra per diventare protagonisti della storia. La classe operaia si ergeva a classe dominante, instaurava la dittatura proletaria e, sulla base dell’alleanza strategica con i contadini e i soldati, dava inizio alla costruzione del primo Stato socialista al mondo, abolendo la proprietà privata sui mezzi di produzione e ponendo così fine allo sfruttamento capitalistico. Il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo si dimostravano non solo possibili, ma necessari per porre fine alla carneficina della guerra imperialista e sollevare le masse degli sfruttati dall’abisso di miseria in cui il capitale le aveva precipitate. Pace e lavoro non erano semplici parole d’ordine, ma valori fondanti del nuovo stato proletario anche sul piano etico, quanto mai attuali in un mondo afflitto dalla crisi generale del capitalismo e dilaniato dalle guerre imperialiste.
L’anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre non è per noi una ricorrenza nostalgica, ma una fonte d’ispirazione che rivela ancora oggi la sua profonda attualità e che ci guida nella lotta, spronandoci a studiare errori e successi del processo rivoluzionario e indicandoci la via da seguire. Una via che non passa attraverso percorsi riformisti e graduali nell’ambito dello stato borghese e in un contesto di proprietà privata, come propugna la socialdemocrazia vecchia e nuova. Il capitalismo non è migliorabile o riformabile. Con le sue crisi e le sue guerre, è divenuto un fattore di distruzione delle forze produttive che può essere superato solo attraverso il rovesciamento rivoluzionario del potere borghese.
Forza motrice della Rivoluzione fu il Partito Comunista (Bolscevico) guidato da Lenin. Lenin sviluppò creativamente il marxismo, analizzando scientificamente la sua fase imperialista, attrezzando il proletariato degli strumenti teorici e pratici necessari al combattimento di classe in questa fase, primo fra tutti il partito, organizzazione autonoma d’avanguardia della classe operaia, senza il quale non vi può essere rivoluzione, ma semplice rivolta destinata alla sconfitta. Giustamente, Stalin definì il leninismo come “il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria”. In effetti, tra tutte le organizzazioni del movimento operaio, storicamente solo il partito marxista-leninista si è dimostrato l’unico strumento in grado di rovesciare il capitalismo, condurre al potere il proletariato e avviare la costruzione di una società socialista di uomini liberi ed eguali.
La crisi capitalistica e la guerra imperialista generano oggi le condizioni oggettive per una rivoluzione proletaria e socialista. Occorre, tuttavia, un’incisiva azione politica per crearne anche le condizioni soggettive, affinché, secondo Lenin, le masse del popolo lavoratore non accettino più di essere governate come prima e si stringano intorno alla classe operaia e alla sua avanguardia, il partito comunista di tipo leninista, strumento e forza motrice della rivoluzione. Costruire il partito rivoluzionario della classe operaia è quindi nostro compito primario e imprescindibile nella fase attuale. Un partito saldo nella teoria e nei principi, nello spirito internazionalista e nella disciplina rivoluzionaria, liberamente e coscientemente accettata e condivisa, pronto a qualsiasi evenienza e in grado di combattere su qualsiasi terreno di lotta venga imposto dalla situazione.
La via tracciata dalla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre è l’unica che possiamo e intendiamo percorrere. Nel 106° anniversario dei “dieci giorni che sconvolsero il mondo” rinnoviamo il nostro appello alla classe operaia, al proletariato: costruiamo il partito comunista di tipo leninista, organizziamoci in esso, attrezzandolo per praticare qualsiasi metodo di lotta si renda necessario nelle reali condizioni, lottiamo per uscire dall’UE, dalla NATO e dalle altre istituzioni imperialiste, per rovesciare il capitalismo, instaurare la dittatura proletaria e avviare la costruzione del socialismo-comunismo nel nostro paese come tassello della rivoluzione mondiale.
Roma, 7 novembre 2023
FRONTE COMUNISTA
L’Ufficio Politico del Comitato Centrale