Cari compagni,
vi porgiamo i saluti del Fronte Comunista e ringraziamo i compagni del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) per avere ospitato questo incontro. Prima di tutto, esprimiamo la nostra solidarietà alla lotta dei popoli palestinese e libanese e dei partiti comunisti della regione contro l’aggressione israeliana.
Il tema del lavoro politico dei comunisti tra le nuove generazioni è di cruciale importanza. Come è stato vero in molte occasioni della storia del movimento operaio, chi ha con sé i giovani ha con sé l’avvenire.
Come è noto, nell’esperienza recente del movimento comunista in Italia, la questione delle nuove generazioni si è strettamente legata alla lotta per ricostruire in Italia un grande e forte partito comunista. Lo sviluppo concreto delle contraddizioni politiche e ideologiche e della lotta contro l’opportunismo in seno al movimento operaio e comunista in Italia ha prodotto una situazione che può apparire “anomala”: contrariamente alla grande divisione tra le forze che si richiamano alla tradizione comunista, nella gioventù il processo di formazione del FGC ha consentito la confluenza dei giovani comunisti in una sola organizzazione giovanile e la loro adesione alle sue posizioni rivoluzionarie.
A 12 anni dalla sua nascita nel 2012, il Fronte della Gioventù Comunista (FGC) è effettivamente riconosciuto come la principale organizzazione giovanile comunista in Italia, nonché una delle principali organizzazioni politiche giovanili esistenti a livello nazionale. Questa realtà non ha attualmente corrispondenza sul piano dei partiti esistenti, dove invece persiste un aspro confronto politico-ideologico tra i numerosi partiti – incluso il nostro – che in Italia si richiamano nominalmente al comunismo.
Come è noto, il nostro partito nasce a seguito di una dura lotta ideologica contro l’opportunismo in difesa dei principi rivoluzionari del marxismo-leninismo, nella quale la gioventù comunista è stata una forza fondamentale. Questa esperienza è all’origine del legame di organicità che esiste tra il FGC e il Fronte Comunista, molti militanti e quadri del quale provengono proprio dalle file del FGC. La peculiarità della situazione italiana ha messo il FGC nella difficile condizione di doversi assumere responsabilità insolite per una organizzazione giovanile, nel campo degli sforzi per la ricostruzione comunista e della lotta politico-ideologica. Oggi, il FC e il FGC sono impegnati in un percorso di aggregazione di forze che porti alla costruzione di un partito comunista, marxista-leninista, di maggiore e più avanzata consistenza rispetto a ciò che esiste nelle condizioni odierne. In questo percorso, il rafforzamento della capacità del FC di esercitare la propria funzione di direzione politica rafforzerà anche l’affermazione effettiva, sul terreno della lotta, del ruolo guida del partito sulla gioventù comunista e, insieme a questa, della capacità dei comunisti di dirigere le nuove generazioni.
Uno sviluppo positivo della lotta che stiamo conducendo per la costruzione del partito rivoluzionario permetterà di liberare davvero le migliori energie della gioventù comunista, tanto nel passaggio sistematico e pianificato di nuovi quadri alla costruzione del partito, quanto nella direzione del lavoro specifico rivolto alla gioventù proletaria. Infatti, abbiamo tastato con mano che è solo in presenza di un forte partito che un’organizzazione giovanile può essere messa pienamente in condizione di concentrare i suoi sforzi nel lavoro prettamente giovanile, ad esempio nell’ambito delle attività culturali, ricreative, sportive, artistiche; nella lotta contro tutte le droghe e dipendenze e contro la cultura della droga tra le nuove generazioni, per la promozione di forme di socialità diverse da quelle che il capitalismo impone oggi ai giovani proletari. Le condizioni esistenti fino ad oggi, infatti, hanno reso incostante il lavoro del FGC in questi ambiti di sua specifica competenza, poiché grandi energie della gioventù sono state impegnate – e non poteva avvenire altrimenti – alla lotta più generale per la costruzione del partito rivoluzionario.
Nonostante questi limiti, negli ultimi 10 anni è stata accumulata un’esperienza preziosa che, proprio grazie al legame organico che esiste oggi tra il FC e il FGC, è destinata a diventare, sempre di più, patrimonio del nostro partito e parte integrante del nostro lavoro tra le nuove generazioni proletarie e popolari.
Nel movimento studentesco, la gioventù comunista ha giocato nell’ultimo decennio un ruolo di primo piano, affermandosi come una delle principali forze politiche nelle scuole; un fatto riconosciuto con preoccupazione nel 2022 anche dal Ministro dell’Interno del governo Draghi, che attaccò apertamente il FGC in una sessione parlamentare e in circolari rivolte agli uffici territoriali del governo (prefetture). Nello scorso anno, il FGC ha eletto più di 200 rappresentanti degli studenti nelle scuole; negli ultimi 10 anni erano membri del FGC più di 20 presidenti delle consulte provinciali degli studenti in importanti città italiane, tra cui Milano, Torino, Firenze, ecc.. Negli scorsi mesi ci sono state grandi mobilitazioni degli studenti universitari in solidarietà al popolo palestinese, con l’occupazione e le “accampate” in decine di università: nell’eterogeneità di queste proteste, l’elemento costante era la presenza della gioventù comunista, dal Nord al Sud dell’Italia.
L’esperienza del FGC nel movimento studentesco ha dimostrato la possibilità di costruire, nel 21° secolo, un’organizzazione comunista a partire da forze nuove, con il lavoro paziente dei quadri comunisti all’interno di un settore specifico della società. È significativo evidenziare che solo una minima parte dei militanti del FGC proviene da famiglie di tradizione comunista; la stragrande maggioranza di loro è stata reclutata materialmente sul terreno delle lotte studentesche.
Una delle sfide più grandi, oggi, è mettere questo patrimonio al servizio di una strategia compiuta del nostro partito, facendo sì che il lavoro della gioventù comunista sia effettivamente parte integrante della nostra strategia rivoluzionaria di radicamento dei comunisti nella classe operaia. Ad esempio, siamo ben consapevoli che pianificare la costruzione di cellule comuniste in un istituto tecnico o professionale, vuol dire preparare, dopo pochi anni, l’ingresso di decine o anche centinaia di quadri comunisti in settori industriali strategici.
In aggiunta, sia pur con i limiti citati, vogliamo menzionare che gli sforzi del FGC nel campo delle attività prettamente giovanili hanno prodotto risultati apprezzabili, come il campeggio estivo “Guerrilla” che si tiene con cadenza annuale dal 2014, la “Marcia della Gioventù Partigiana” che quest’anno ha avuto la sua quarta edizione, o, più di recente, il festival di “Avanguardia”. Anche in relazione a queste attività, il nostro obiettivo attuale è rafforzare la capacità politico-organizzativa del Fronte Comunista, anche al fine di contribuire, indirizzandola, alla definizione del contenuto politico di queste attività della gioventù.
Negli anni recenti, il FGC si è anche misurato con le sollecitazioni ideologiche di matrice borghese e piccolo-borghese provenienti dai movimenti di matrice interclassista che esercitano una certa influenza tra la gioventù, evidenziando la necessità che, anche in quest’ambito, il Partito sviluppi maggiormente la piena capacità di analisi ed elaborazione ideologica per combattere tali tendenze.
Ad esempio, una forte influenza ha avuto in Italia il movimento Fridays for Future, che ha portato milioni di persone nelle strade. Abbiamo analizzato la natura di questo movimento e il suo legame con i piani monopolistici della cosiddetta “transizione verde”. La gioventù comunista è stata presente in quelle manifestazioni denunciando l’illusione di un “capitalismo verde” e promuovendo una posizione classista e anticapitalista.
Comunque, è opportuno evidenziare che questo movimento è un perfetto esempio del tipo di “attivismo” che oggi, nei paesi di cultura “occidentale”, il capitalismo promuove tra i giovani. Si tratta di una forma di partecipazione politica occasionale, del tutto slegata dall’idea di organizzazione e anzi concepita come mera protesta individuale, sulla base di una vaga adesione di opinione a una causa generica (chi sarebbe “a favore” dei cambiamenti climatici o della devastazione ambientale?), senza rivendicazioni chiare capaci di definire il terreno e gli obiettivi della lotta. La stessa partecipazione di massa a queste manifestazioni viene costruita sul terreno puramente mediatico, senza vere “cinghie di trasmissione” organizzate. All’idea della militanza in un’organizzazione politica e sociale, si sostituisce un “attivismo” blando, legato a singole tematiche isolate, spesso focalizzato sui social network molto più di quanto non lo sia sul mondo reale. Caratteristiche simili, sia pure con diversità peculiari, possono essere trovate anche in altri movimenti sociali. Gli elementi che più accomunano questi fenomeni diversi sono la rimozione dell’idea di organizzazione, la promozione di una concezione individualista secondo cui problemi sociali e politici molto complessi, come la violenza sulle donne, la questione ambientale, il razzismo, ecc. possano essere risolti sul piano dei comportamenti individuali e dei soli aspetti culturali.
Il capitalismo oggi promuove tra i giovani una concezione individualistica non solo rispetto ai problemi del nostro tempo, ma relativamente a tutta la sfera politica; ci si chiede sempre più “qual è il partito più vicino alle mie idee?” e sempre meno come prendere parte attiva e contribuire a un processo collettivo.
Costruire l’organizzazione comunista tra i giovani oggi vuol dire sfidare apertamente questa concezione individualista; vuol dire contrastare la frammentazione delle lotte in singole cause “progressiste” e unificare tutte le cause del progresso nella lotta di classe, secondo il principio della promozione in ogni ambito di una lotta politico-ideologica classista. Questo significa anche promuovere una rinnovata coscienza di classe tra la gioventù proletaria, agendo con la consapevolezza che i giovani non sono una classe sociale ma che, al contrario, anche in questo settore della società si riflettono le differenze di classe esistenti. In Italia, da anni contrastiamo apertamente la narrazione dei governi che parlano di “conflitti generazionali” e presentano i diritti dei giovani e quelli dei lavoratori anziani o dei pensionati come in antitesi tra di loro, per mettere in discussione i diritti di tutta la classe operaia (vecchia e nuova, presente e futura).
Vogliamo menzionare anche che, sul piano politico, il nostro sforzo per denunciare e smascherare la natura e i piani delle forze politiche borghesi assume necessariamente delle sfumature diverse tra la gioventù. Ad esempio, i sondaggi sulle recenti elezioni europee del giugno 2024 riportano che, nell’elettorato giovanile tra i 18 e i 30 anni, l’astensione dal voto è notevolmente superiore alla media, le forze di destra nazionalista ottengono risultati inferiori alla media nazionale, il primo partito è il Partito Democratico, mentre ottengono risultati più alti della media formazioni borghesi di matrice socialdemocratica come la “Alleanza Verdi-Sinistra” e i partiti liberali. Più in generale, da anni assistiamo ai tentativi delle forze politiche di matrice liberale o “verde” di sviluppare un’influenza specifica sulle nuove generazioni – ad esempio, sui numerosi social network che sono utilizzati maggiormente dai giovani – e ciò richiede una risposta più specifica da parte nostra.
Compagni,
per concludere, vogliamo ribadire che oggi la possibilità di rafforzare la nostra influenza sulla gioventù in Italia è fortemente legata alla presenza effettiva di un partito comunista rivoluzionario e alla sua capacità di esprimere realmente, con forza e autorevolezza, un indirizzo strategico tale che la gioventù comunista possa assumerlo, svilupparlo e declinarlo creativamente ed efficacemente nell’organizzazione del proprio lavoro specifico tra la gioventù. Questo sarà uno dei temi al centro del nostro prossimo congresso. Perciò, siamo interessati a conoscere e studiare la vostra esperienza, il vostro lavoro tra le nuove generazioni e le forme di relazione con le organizzazioni della gioventù comunista che i partiti fratelli hanno sviluppato.
Siamo fiduciosi che anche oggi, come usava dire Lenin cento anni fa, la gioventù sarà la fiamma più viva della rivoluzione.
Viva l’internazionalismo proletario!
Viva il marxismo-leninismo!
Viva l’Azione Comunista Europea!